In Viaggio Con Stendhal – La storia dei mondeghili

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Lettori e lettrici di Stendhal, è arrivato il momento di continuare il nostro viaggio alla scoperta dei piatti milanesi più amati all’ombra della Madonnina. È tempo di far luce sulla storia dei Mondeghili.

L’ultima volta, abbiamo percorso le origini della Cotoletta, scoprendo come questo piatto sia tutt’oggi motivo di dissapori tra diversi paesi.

Oggi, invece, il nostro itinerario ci porterà nei panorami rurali della Milano medievale, ai tempi in cui la nostra città era governata dalla corona spagnola.
Proprio in questo periodo di fame e incertezze, una ricetta arriva in salvo dei milanesi, diventando uno dei tipici cavalli di battaglia di ogni ristorante milanese: i mondeghili.

Dunque, la meta ormai è decisa, le valige sono pronte, è il momento di un nuovo viaggio assieme a Stendhal!

La storia dei mondeghili: un dono iberico

Come per le scorse edizioni, anche questo viaggio necessiterà di un passo indietro nel tempo di svariati secoli, al periodo in cui Milano era sotto il dominio del Re di Spagna.

Immaginiamo la nostra amata città proiettata in un panorama tardo medievale, tra ambientazioni rurali e una popolazione in sempre maggiore sviluppo.
Il cibo scarseggia e ogni milanese pondera soluzioni per riuscire a portare piatti in tavola.

In questo clima incerto, la nostra città comincia a risentire dell’influenza iberica, che dalla politica espande la propria presenza a diversi lati della città, tra cui, naturalmente, la cucina.
Nelle locande milanesi iniziano a spopolare le “Albondigas”, un piatto a base di carne tritata, recuperata da avanzi di tagli di manzo e maiale, servite sotto forma di polpette.

La semplicità e la gustosità di questa ricetta spagnola diletta il palato di ogni buongustaio meneghino, entrando anche nelle case della città.

La popolarità della ricetta fa in modo che le albondigas diventino un termine sempre più usato e questo causa una sua milanesizzazione:
Attraverso il passaggio da milanese in milanese, le albondigas diventano “albondeghiti” e, successivamente, “Mondeghili”.

La domanda, a questo punto del racconto, sorge spontanea:
Perchè questa ricetta diventa così famosa, in un ricettario milanese già così ghermito di piatti di carne?

All’epoca, i milanesi erano soliti portare grandi quantità di stufati e bolliti a feste cittadine, i cui avanzi, purtroppo, venivano poi scartati, dal momento che erano già stati cotti, peggiorando ulteriormente un clima di grande penuria alimentare.

L’arrivo delle Albondigas, o Mondeghili, se vogliamo essere già milanesi, rappresenta una soluzione strategica ad entrambi i  problemi: niente più scarti e la tavola nuovamente imbandita.

I Mondeghili appaiono nel dizionario

La prima, vera, testimonianza storica di questa ricetta viene attribuita a Francesco Cherubini che, nel suo vocabolario milanese, ne cita la ricetta narrandola come “Un piatto di carne frusta, pane, uovo, spezie e simili ingredienti”. 

Un piatto semplice, quasi casereccio, che diventa un’irrinunciabile golosità da portare in tavola.
Tuttavia, nel corso della storia milanese, qualcosa cambia.

Nonostante questo lascito spagnolo sia stato una salvezza per una città in cui la fame era una problematica all’ordine del giorno, ben presto i mondeghili acquisiscono una fama dai toni più negativi.
Per capire meglio cosa sia successo a questa ricetta, è necessario fare un passo avanti di circa 3 secoli.

Arrivano i mondeghili contemporanei: come nascono le polpette milanesi

Agli albori dell’Ottocento, Milano è già una delle maggiori potenze economiche d’Italia.
In questo panorama, il cittadino meneghino ora aspira ad un benessere ben più agiato di quello sognato dal regnicolo medievale e tutte le ricette considerate popolari diventano ripieghi delle masse più povere.

Questo destino raggiunge anche i nostri amati mondeghili che, nel 1834, vengono inseriti nella guida gastronomica “La Cucina Per Stomaci Forti”, scritta dall’allora rinomato medico Angelo Rubini.
La sua penna condanna questa ricetta all’essere un cibo di scarsa qualità, suggerendo di “Non mangiare mai i mondeghili all’osteria”.

In questo periodo, i mondeghili perdono il proprio spirito tradizionale e alla ricetta vengono aggiunte anche le patate, un ortaggio povero che nel Medioevo era difficile reperire.

Questa rivisitazione verrà poi tramandata di cuoco in cuoco, fino ad essere servita sulla vostra tavola, mentre attendete le bontà milanesi proposte da Stendhal.

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